una sfida per la missione

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L’intervista a P. Elmar Sauer MSF, il Superiore Provinciale della Provincia di Brasile Sud che è stata realizzata il 12 giugno 2008, a Roma da Yohanes Risdiyanto MSF. Prima di venire a Roma lui è stato in Mozambico durante due settimane per fare una visita a un membro della sua provincia che lavora là.

Padre Elmar, potrebbe raccontare di Mozambico, soprattutto di Nampula dove il nostro confratello lavora?

Mozambico è stato sotto dominio di Portogallo per molti anni. Dopo l’indipendenza nel 1975 nel paese è stata una guerra civile per sedici anni. Le scuole e gli ospedali sono stati pressi dai guerrieri oppure abbandonati. La parte sud del paese è stata più colpita dalla guerra. Finita la guerra nel 1992 si comincia a lavorare. Il reddito pro capite aumenta, ma la situazione della gente peggiora. Non c’è infrastruttura in città e la povertà è molto grande. Mozambico è una grande sfida per la missione.

C’è qualche aiuto dall’estero?

MozambiqueSono venuti alcuni aiuti dall’estero soprattutto dall’Unione Europea e anche dai missionari stessi. Ma la condizione di vita è grave. La maggioranza della popolazione vive nella area rurale. I prezzi dei prodotti dei contadini sono molto bassi. Si guadagna circa 25 $ US al mese. La benzina costa 0.6 $ US al litro. Il commercio praticamente non funziona. Anche dopo 30 anni d’indipendenza la situazione dei contadini peggiora. La Conferenza Episcopale di Mozambico ha scritto nel 2005 un documento dicendo che 70 % dell’aiuto dal estero non arriva alla gente ma finisce nelle mani degli uomini corrotti.

Quale il problema che lei vede come una sfida per oggi?

Uno dei problemi principali è la mancanza d’infrastruttura per lo sviluppo. Per esempio l’energia. Ci sono delle stazioni idrauliche. Ma mancano le reti di trasmissioni. Invece di usare per il proprio paese, si vende ai paesi vicini. Nell’agricoltura mancano le tecnologie primarie. Per esempio nella regione di Maputo i contadini hanno solo due strumenti per lavorare: la zappa e il coltello. Nel passato c’era irrigazione per il riso, ma questa è stata trascurata e non funziona più.

Come funziona la sanità e l’educazione?

I servizi della sanità e dell’educazione ci sono ma molto precarie, a bassa qualità. Settanta allievi per una piccola classe. Per esempio a Mecuburi, dopo 12 anni della fondazione della scuola, non hanno la biblioteca. Prima dell’indipendenza c’erano delle scuole. L’insegnante della scuola era anche la catechista. Si faceva tutto insieme. Dopo l’indipendenza questi beni sono stati confiscati, i missionari sono stati cacciati via. Lo stato ha presso ciò che voleva e il resto è stato abbandonato.

Nella sanità ci sono delle difficoltà perché solo gli infermieri si occupano della salute della gente. Non ci sono dei medici. La gente ha creato una bici ambulanza per aiutare i malati per andare al centro sanitario. È un mezzo di trasporto moloto semplice, ma si cerca di proteggere i malati dalla pioggia e dal sole prima di arrivare al centro sanitario.

Cosa fa il nostro confratello, Padre Neiri Segala MSF arrivato là con un gruppo organizzato dalla Conferenza dei Vescovi Brasiliani (CNBB)?

MecuburiPadre Neri lavora nell’Arcidiocesi di Nampula, in una parrocchia nella regione che si chiama Mecuburi. Questa parrocchia ha 150 km di lunghezza e 80 km di larghezza. Durante la visita pastorale si deve andare molto lentamente con la machina perché non esistono le strade buone. 100 km si fa in 5 ore. In questa regione ci sono tre zone da servire: Namina, Milhana, e Mecuburi stesso. Per fare una buona pastorale ci servirebbero almeno 3 sacerdoti. Adesso c’è ne uno. Ma da molti anni non c’era nessuno. Lui lavora insieme con quattro suore dalla Congregazione della Madonna di Fatima che è una congregazione Portoghese. Due Suore lavorano per l’educazione e altre due per la pastorale. Una di loro è nata in questa zona e parla la lingua della gente del luogo, cioè Macua.

Come funziona la collaborazione tra i sacerdoti e la comunità?

La diocesi di Nampula chiede ai sacerdoti di aiutare nella formazione per i capi delle comunità. Il problema è che la maggioranza dei capi non parla la lingua ufficiale cioè Portoghese ma solo la lingua locale, Macua. Ma anche quelli che conoscono la lingua Macua, spesso solo parlano, ma non scrivono neanche leggono, benché la Bibia e le preghiere sono tradotte in Macua. Il popolo impara i canti e le preghiere a memoria.

Ogni comunità ha una buona organizzazione. C’è un ‘anziano’ (non è nel senso di età ma nel senso di rispetto) per ogni comunità. Questo leader aiuta anche a distribuire la comunione e nella catechesi. C’è una grande partecipazione della gente nelle celebrazioni liturgiche. Le comunità molto spesso dipendono dalla capacità dell‘anziano’. Se un anziano è molto capace la comunità è molto vivace.

Qual è la speranza per il futuro?

La terra è buona ma la gente non ha la tecnologia di coltivarla. Si spera che i giovani possano cambiare e migliorare questa situazione. A Mecuburi ci cono tanti allievi, circa 2000. Loro dicono che la situazione del paese non deve peggiorare, ma si deve fare del tutto per migliorarla. Una buona educazione dei giovani è una grande speranza per il futuro.

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