MEDITAZIONE PER IL 4o GIORNO DELLA NOVENA A SAN GIUSEPPE
SAN GIUSEPPE PADRE DI GESÙ
IL GIUSTO SAN GIUSEPPE: PADRE PUTATIVO DI GESÙ
Giuseppe essendo tuttavia uomo “giusto” consegna la propria vita a un progetto che lo trascende, con l’accettazione del comando di prendere con sé Maria. Ecco la giustizia di Giuseppe, che non è semplicemente quella derivante dall’osservanza scrupolosa dei comandamenti, ma la giustizia che è ricerca integrale della volontà divina, accolta con obbedienza piena. Attraverso questa obbedienza inizia per Giuseppe una vita nuova, con prospettive assolutamente insospettate, e con la scoperta di un senso più profondo del suo essere sposo e padre. Rimarrà così accanto alla sua donna quale sposo fedele, e a quel bimbo quale figura paterna positiva e responsabile. L’assunzione di questa responsabilità è espressa attraverso il fatto che è Giuseppe – secondo l’ordine angelico – a dare il nome di Gesù al figlio generato da Maria. L’atto del dare il nome significa che egli conferisce a quel bambino la sua identità sociale e che, proprio per questo, Gesù può essere riconosciuto quale vero discendente di Davide, così come esige la natura del Messia atteso.
OBBEDIENTE ALLA VOLONTÀ DI DIO E CAPACE DI PRENDERSI CURA
Nel Vangelo dell’infanzia di Matteo, ogni volta che entra in gioco Giuseppe, la sua figura è caratterizzata da tre aspetti tra loro intrecciati: Giuseppe è l’uomo dei sogni, è l’obbediente che accoglie integralmente la volontà di Dio, è l’uomo che sa “prendere con sé”, cioè sa prendersi davvero cura delle persone affidategli. Attraverso il tema della visione angelica ricevuta nel sogno, l’Evangelista vuole alludere al mistero dell’irruzione del divino nella vita umana. Agli ordini angelici Giuseppe obbedisce sempre prontamente e ogni volta ricorre un’espressione assai suggestiva circa la sua pronta risposta: “prese con sé”. La prima volta è al termine dell’annunciazione di cui egli è il destinatario: “fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”. Successivamente, il “prendere con sé” riguarda l’ordine angelico circa il bambino e la madre da far riparare in Egitto; infine la stessa espressione ricorre quando si tratta di ritornare dall’Egitto. In tutto ciò emerge il ritratto di Giuseppe come di un uomo che ha scoperto l’amore divino per questa umanità, e che ha esperimentato la serietà della decisione di Dio di essere l’“Emmanuele”. È da questa evidenza intima che procede la sua forza di prendersi cura e di accogliere con sé Maria e il bambino. Giuseppe prendeva cura e responsabilità su Maria e Gesù anche nel tempo del pericolo. Nei tempi nascosti a Nazareth, Giuseppe ha mostrato sicuramente la sua responsabilità di formare Gesù come vero Ebreo ma anche come un uomo normale che si deve lavorare il pane quotidiano. Giuseppe ha mostrato nella sua vita il ruolo sociale e religioso verso Gesù. Cosi che Gesù è stato chiamato come “figlio del falegname”.
(P. Richard F. Hendarto)
Lettura: Famiglia Cristiana 19/03/2020 – Cardinale Gianfranco Ravasi