Il messaggio di Papa Benedetto XVI alla chiusura dell’Incontro Mondiale delle Famiglie il 18 gennaio 2009 in Messico è molto interessante. Papa Benedetto XVI ha invitato le famiglie a riflettere e a interrogarsi sulla loro identità e sul loro impegno apostolico, quali formatrici di valori umani e cristiani, e questo in riferimento alla Sacra Famiglia, protettrice della famiglia cristiana.
La Famiglia di Gesù ha accolto e protetto Lui con amore, e Lo ha avviato al rispetto delle tradizioni religiose e del diritto del suo popolo, e Lo ha accompagnato alla maturità umana ed alla missione alla quale era destinato.
Il Santo Padre spiega che i Genitori Giuseppe e Maria, in un contesto pieno d’amore, hanno avviato Gesù al rispetto delle tradizioni religiose e del diritto del suo popolo. E Gesù cresceva e si fortificava in sapienza, in età e in grazia, davanti a Dio e davanti agli uomini (cfr. Luca 2, 52). Ponendo l’accento su questo, il Santo Padre ci fa ricordare che la famiglia è una scuola umana ed è una scuola di vita cristiana per tutti.
Come essere umani, noi abbiamo bisogno di amare e di essere amati e abbiamo bisogno di crescere in maniera integra, sia fisicamente che spiritualmente. Occorre, quindi, renderci conto che noi siamo creati all’immagine di Dio. Abbiamo in noi la tendenza al trascendentale, cioè ad avere una relazione con il Padre, con il nostro Creatore. Questo bisogno è in noi molto radicato e costituisce pure la nostra esistenza. Chi ha percepito questo bisogno diventerà messaggero dell’amore di Dio nel costruire la vita comune nella società.
Questo messaggio è molto importante per le famiglie che vivono in questo secolo moderno, dove lo sviluppo della tecnologia influisce sull’atteggiamento d’ogni membro della famiglia. La vita quotidiana odierna, imbevuta com’è di mezzi di comunicazione sociale, sotto un certo punto di vista, rappresenta anche una sfida. I figli sono fortemente influenzati da questi mezzi di comunicazione e risultano da essi anche fortemente plasmati. Qualche volta circolano notizie e programmi che non vanno d’accordo con i valori che i genitori intendono trasmettere. Perciò le famiglie devono prendere sul serio il loro impegno come educatrici di valori umani e cristiani per i loro figli. Ciò è stato sottolineato anche dall’Arcivescovo Claudio Maria Celli, nel suo messaggio trasmesso da Catholic.net TV.
Non ci si deve, però, mai allontanare dai mezzi di comunicazioni per la paura del loro influsso. Anzi! Le famiglie dovrebbero utilizzare i mezzi di comunicazioni per annunciare i valori umani e cristiani ai loro figli e per potenziarli in essi. Esse possono educare i figli appprofittando di questi mezzi per trasmettere la fede e formare all’umanità. Un buon film può rappresentare un’ispirazione per l’educazione dei figli e può costituire un’ occasione di rendersi conto dei propri impegni apostolici, in quanto siamo immagini di Dio in una famiglia e in una società di stampo digitale.
Le riflessioni teologiche ribadite durante il VI Incontro Mondiale delle Famiglie sono molto attuali, però occorre inserirle negli appelli della Chiesa alle famiglie, spronando le medesime a ritornare alla loro propria identità e alla loro propria missione. “Famiglia diventa ciò che sei!” Così Giovanni Paolo II ha proposto alcuni anni fa nella sua esortazione apostolica Familiaris Consortio. La famiglia come scuola ed educatrice ai valori umani e alla fede deve collaborare con la scuola, con lo stato e con la Chiesa. Questi tre istituti, per loro natura, hanno anche l’impegno e la responsabilità di dare un’educazione ai figli. Considerando che l’impegno e la responsabilità di queste tre istituzioni hanno carattere contributivo, i genitori rimangono gli educatori principali dei loro figli.
P. Bernardino Realino Agung Prihartana msf